Le notizie che non si vorrebbero mai leggere e che ci riportano direttamente al Medioevo….

dal sito del WWF

La bozza del Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia, nella sua ultima versione, prevede deroghe al divieto di rimozione di lupi dall’ambiente naturale, con la possibilità di autorizzare l’abbattimento legale del 5% della popolazione del lupo stimata oggi in Italia.

Se il Piano sarà approvato nella versione attuale 60 lupi potranno essere abbattuti ogni anno legalmente nel nostro paese, in un contesto in cui già centinaia di lupi vengono brutalmente uccisi dal bracconaggio con il fucile, bocconi avvelenati o lacci di filo metallico. Almeno 300 lupi sono così uccisi ogni anno dal bracconaggio e se si aggiungono le morti accidentali per investimenti stradali si stima già oggi nel nostro Paese una mortalità causata direttamente dall’uomo tra il 15 – 20% della popolazione, considerando una popolazione minima stimata di 1200/1500 lupi, comprendendo sia popolazione appenninica che alpina.

Firma la petizione del WWF 

Lupo (Canis lupus italicus)  A quanto pare siamo indifesi, non abbiamo tecnologie e mezzi per difenderci dai predatori famelici e demoniaci della foresta, invece di imparare a custodire i cani  vaganti e il bestiame, migliorare il sistema degli aiuti e degli indennizzi agli allevatori,  la politica ha partorito ancora una “nuova” soluzione, un compromesso inutile, ma politico, che come tutte le soluzioni politiche non accontenta nessuno e servirà a poco, i fucili giustizieri legalmente autorizzati potranno aggiungersi al bracconaggio finora volutamente impunito.
Purtroppo il grande problema culturale si ripresenta, la disinformazione interessata di una parte di persone retrograde trova terreno fertile in un Italia dove la cultura naturalistica è poco diffusa.
Oggi il clima da caccia alle streghe medioevale è ritornato, tante persone parlano di lupi su giornali e sui social networks senza conoscerli, ma sembra che verificare le notizie bufala o leggere un libro prima di delirare sul web sia un’impresa impossibile, meglio polemizzare, creare paure da Santa Inquisizione, seminare odio, diffondere ignoranza.
Si ripropongono così gli schieramenti fanatici, in cui tutti sono pronti a spendere energie e tempo in scontri ideologici invece di lavorare per aiutare a mettere in pratica soluzioni valide.
Con il loro bagaglio di sentito dire, superstizioni, leggende e favole, tante persone sono pronte a diffondere la paura con video di grossi lupi siberiani o americani, foto di cani lupi cecoslovacchi sulle strade, articoli sensazionalistici pubblicati su giornali (che vogliono vendere facendo allarmismo invece di cultura e informazione).

Analizzando questa propaganda sui media ci si fa un quadro triste e desolante, non solo di come venga considerata ancora oggi la natura, materia misteriosa e ridotta unicamente a bene di consumo personale, ma anche di come leggende vecchie di secoli e figlie di mondi retrogradi sopravvivano ancora negli anni 2000.
Ciò che fa arrabbiare di più parlando del lupo non è perciò solo la perdita di alcuni esemplari che, a livello di popolazione totale, farebbe danni non irrecuperabili, ma lo sfruttamento intenzionale dell’ignoranza a fini politici ed economici a favore di ristrette lobbies che, con campagne di disinformazione mirate, hanno il solo fine di creare odio verso specie animali considerate scomode.
Le persone che studiano questa specie e che fanno della conoscenza il mezzo per la soluzione dei problemi vengono considerate il nemico da screditare, mentre la persona priva di qualunque elemento utile alla soluzione del problema, ma solitamente ben fornito di rancori personali e tanta ignoranza, viene elevata a voce popolare veritiera e meritevole di ascolto.
Come una corrente di aria gelida proveniente direttamente dal tempo delle streghe, un insieme confuso di religione, superstizione, ignoranza e paure ataviche, investe l’Homo Sapiens di oggi, che è in grado di esplorare lo spazio ma ancora incapace di convivere con gli altri abitanti della terra.
Partendo dal fatto incontestabile che il lupo è un carnivoro e svolge il suo ruolo di predatore sia su animali selvatici, sia (avendone l’occasione) su animali domestici e considerando il fatto che questo suo ruolo è fondamentale nella catena trofica di un ambiente sano, non possiamo continuare a valutare l’utilità delle specie animali selvatiche solo con un metro venatorio distinguendo tra specie nocive ed utili.
Lupo (Canis lupus italicus)   Il concetto di dannoso in natura non esiste e per l’uomo, a cui piace creare categorie nette e distinte, in base a ciò che gli è utile ed inutile, può rivelarsi un’arma a doppio taglio.
Il lupo è dannoso perché mangia per necessità la selvaggina, uccisa per il divertimento umano? L’ungulato è utile per la caccia e dannoso per l’agricoltura, basta semplicemente cambiare il punto di vista.
E’ dannoso perché si ciba di carne, come altre specie animali? Secondo lo stesso metro di valutazione tutti i carnivori andrebbero sterminati (canidi, mustelidi, felini.) creando un mondo squilibrato abitato solo da selvaggina e animali domestici.
Pericoloso perché può mordere? Forse non come il cane che vive con noi da migliaia di anni e che può ferire e uccidere molto più facilmente poiché ci vive accanto, basta leggere le statistiche per vedere quanto sia potenzialmente più pericoloso un animale domestico (anche erbivoro) contro eventuali aggressioni di lupi che non si registrano in Europa da quasi duecento anni.
Dannoso perché può uccidere qualche animale domestico non adeguatamente protetto? Il numero predato è molto inferiore a tante vittime di malattie diffuse per noncuranza dall’uomo (epizoozie ovine, influenza aviaria, encefalopatia spongiforme bovina, ecc.) ma nonostante ci si voglia tutelare contro le malattie non si vuole accettare l’idea di doversi proteggere dal lupo.
Pericoloso perché può predare qualche cane? E’ molto strano che il nostro caro amico fedele che ogni estate viene abbandonato lungo le strade, ucciso perché non più utile al lavoro, o sventrato dai cinghiali durante le battute di caccia, acquisti molta importanza solo se ucciso da un altro canide selvatico.
Pericoloso perché potremmo investirlo? Un’eventualità molto più rara di un investimento di animali domestici abbandonati allo stato brado da allevatori improvvisati, o da selvaggina rilasciata in grande quantità ai bordi delle strade.
Le motivazioni allo sterminio del lupo sebbene siano più comprensibili da parte di qualche pastore non abituato ad affrontare il problema, diventano perciò contraddizioni enormi quando vengono evidenziate da cacciatori poco informati, timorosi di perdere qualche ungulato da abbattere per divertimento.
L’assurda e falsa teoria della reintroduzione del lupo da parte dei parchi nazionali, non sarà stata diffusa da qualche furbone proprio per distogliere l’attenzione dal fatto che è la crescita di prede selvatiche (di interesse venatorio) ad avere favorito l’espansione del lupo?
La numerosa popolazione di ungulati, che sembra non riesca mai a soddisfare l’ingordigia venatoria, ha contribuito molto alla crescita della popolazione di lupi e sebbene sia un mezzo che favorisce  l’espansione del lupo favorisce ampiamente anche il cacciatore bipede.
Lupo (Canis lupus italicus) L’enorme quantità di lupi uccisi dal bracconaggio è frutto di un’impunità che d’ora in poi non dovrebbe più essere tollerata in un paese che si definisce civile, l’utilizzo di veleni, trappole e fucili contro specie protette deve essere severamente e realmente punito, prima di parlare di abbattimenti legalizzati.
La gestione dell’ambiente è materia complessa e la storia ci ha insegnato innumerevoli volte che intervenire con egoismo solo su alcuni elementi di interesse economico non approfondendo le complesse relazioni con altre specie, ha ripercussioni notevoli su tutto l’ambiente.
Conservare solo la selvaggina, dichiarare guerra a qualunque predatore e voler usare l’ambiente di tutti come propria riserva personale vuol dire ritornare ad un’idea di caccia vecchia di 50 anni, idea che viene riproposta periodicamente con progetti di turismo venatorio, con stagioni di caccia sempre più estese, considerando turisti, escursionisti, naturalisti, fungaioli e sportivi come utenti scomodi del territorio e disturbatori dell’ars venandi.
Leggere le cifre degli indennizzi pubblici distribuiti agli agricoltori per danni causati dall’amata selvaggina farebbe riflettere molti sulla sproporzione di risorse pubbliche richieste indirettamente per la caccia e non per il lupo.
Parlare poi di sicurezza per la gente comune e per i cani quando si può sparare liberamente in luoghi pubblici in ormai quasi ogni stagione dell’anno, causando decine di morti e feriti e mandando al macello contro i cinghiali migliaia di cani è veramente ridicolo e assurdo.
Come tutti i punti di vista ognuno parte dal suo, ma sebbene alcuni allevatori possano avere diverse ragioni per non volere il lupo, non vedo nessuna motivazione ragionevole alla campagna di odio verso questa specie, fomentata dalla parte più retrograda del mondo venatorio, la quale sta innescando anche molte domande sull’utilità e la pericolosità della caccia in una larga parte della popolazione.
Purtroppo è innegabile che anche le soluzioni trovate da chi vuole il lupo libero nel suo ambiente siano molte volte male applicate dalla burocrazia e questo generi polemiche giuste da parte di allevatori contro un sistema di indennizzi frammentario e ritardatario.
A fronte di regioni dove l’indennizzo funziona rimborsando il valore dell’animale predato al 100% e contribuendo alle spese di smaltimento delle carcasse, la burocrazia e il frazionamento di competenze fa in modo che esistano disuguaglianze con altre regioni che non indennizzano totalmente la predazione.
Un sistema di competenze burocratico e dispersivo, fa in modo che si creino vere e proprie ingiustizie attribuite in ultima analisi al lupo, ma che partono da un’ormai cronica disorganizzazione italica.
Risolvere la frammentazione gestionale e burocratica uniformando le competenze, semplificare e velocizzare il rimborso delle predazioni agli allevatori, potenziare la sorveglianza delle aree protette, punire severamente il bracconaggio, limitare il randagismo canino, investire in studio della specie e informazione della popolazione, sono passi fondamentali per arrivare ad una convivenza normale tra uomo e lupo, soprattutto in un piccolo paese come l’Italia con una grande biodiversità da tutelare ed un territorio sovrappopolato da gestire oculatamente tra interessi egoistici ed interesse pubblico.

 

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